Posto sul primo pilastro a sinistra, entrando dall’ingresso principale, è inciso a una altezza di circa un metro e mezzo dal pavimento, ha dimensioni di circa quarantaquattro centimetri di larghezza e trentacinque centimetri di altezza. Rappresenta al momento un unicum nel territorio italiano.
In Inghilterra e nel Galles è riscontrabile la presenza di particolari labirinti unicursali spiraliformi, riconducibili alla tipologia “classica” ma caratterizzati dalla presenza di alcuni corridoi rettilinei.
Il nome potrebbe derivare dal gaelico “Cairn”, “carn” volto a indicare un cumulo di pietre posto a memoria di qualche evento o personaggio, contenente la radice celtica “car” o “kar”, riferito a pietra. Mentre “Droia” sarebbe la corruzione del nome “Troja”. “Città di pietra” o “con le mura di pietra”.
Fortezza di Troia, vengono chiamati in Svezia i labirinti di pietre “baltici”, mentre in Gran Bretagna prendono il nome di “Troy Town”. Quindi si tratterebbe della rappresentazione stilizzata di una città fortificata.
Il labirinto di Petrella Tifernina presenta undici corridoi nella parte superiore ed è attribuito al Medio Evo, probabilmente di tratta di una allegoria collegata al concetto di viaggio, forse realizzata da qualche viandante proveniente da culture lontane, appunto dalle Isole Britanniche. Quello che è certo, è che il labirinto fu realizzato con l’intento di essere visto da chi entrava in Chiesa.
