La processione degli Incappucciati

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La processione del Venerdì Santo in Molise, che dall’anno scorso ha subito un blocco a causa del Covid, è un rito pasquale molto sentito, che accomuna vari paesi molisani. 

Durante la processione di Isernia sfilano gli Incappucciati, fedeli appartenenti a varie confraternite che col viso coperto da un cappuccio, a piedi nudi e col capo cinto da una corona di spine, trasportano le statue dell’Addolorata e del Cristo Morto e anche l’Ecce Homo, le Croci Calvario e le Croci della Via Crucis. Il cappuccio serve tenere segreta l’identità del penitente l’unico segno di riconoscimento è dato dalla mantellina, mozzetta, che varia nella colorazione a seconda della confraternita di appartenenza.

A Campobasso la processione, che ha origine nel 1626, è accompagnata dal canto Teco vorrei, composto a inizio Novecento dal maestro campobassano Michele De Nigris su versi di Pietro Metastasio. Il coro che accompagna la processione è composto da 700 persone che rappresentano il prosieguo della tradizione dei Crociati e i Trinitari nel XVI secolo che intonavano il “Lamento della Madonna Santissima”.