Storie e leggende

La leggenda di San Pardo

A Larino, quando il Cristianesimo giunse fu subito abbracciato dai larinati. Tra i cittadini frentani, in quegli anni, vi furono drammatiche persecuzioni, che portavano i credenti della nuova fede a essere incarcerati e uccisi. Sotto Diocleziano furono vittime tre fratelli larinesi: Primiano, Firmiano e Casto, dapprima incarcerati dalle guardie dell’Impero e poi uccisi nell’anfiteatro romano o, secondo un’altra ipotesi, all’interno dell’anfiteatro romano di Lucera, il 15 maggio del 303.

Secondo le Vite, Larino fu invasa dai Saraceni e distrutta, alcuni storici citano gli anni 841-842. I cittadini furono dispersi nelle campagne circostanti e in una città deserta e diroccata, mentre gli abitanti di Lesina trafugarono le Sacre reliquie dei Santi Primiano e Firmiano. I Larinesi scoprirono il furto solo una volta tornati nella loro città, dove scoprirono che a commettere il furto erano stati i Lesinesi in combutta coi Lucerini, trasferitisi insieme al loro Vescovo, prima della distruzione della loro città a opera di Costante II, nel 663 d.C. I Larinesi che non si erano persi d’animo,  si organizzarono e partirono alla volta di Lesina, per recuperare le reliquie dei loro Santi. Inspiegabilmente, però, si diressero verso Lucera dove raggiunsero il luogo in cui era sepolto San Pardo. Il corpo del Santo era intatto e mancante solo di un pollice. Considerato il ritrovamento del corpo come un segno della volontà divina, presero un carro agricolo, ornato con dei fiori, e portarono così le spoglie del Santo a Larino. Da quel momento San Pardo divenne il protettore della città. Era il 26 maggio 842. Leggenda vuole che, arrivati nei pressi della cittadina, i buoi che trainavano il carro fossero sfiniti dal viaggio e il conduttore non poté fare altro che pregare San Pardo, affinché lo aiutasse ad arrivare alla fine del suo tragitto. San Pardo gli suggerì, come in una folgorazione divina, di piantare un bastone in terra. Così facendo iniziò a sgorgare acqua che permise ai buoi di abbeverarsi e portare quindi a termine il lungo viaggio. Tuttora in quel luogo sorge la fonte di San Pardo, a ricordo del leggendario evento.

Sempre secondo le Vite, inoltre, quando gli Ungari giunsero in Italia, “sterminarono tutti i cristiani incontrati sul loro cammino, considerandoli nemici, occuparono città fortificatissime e, dopo aver spopolato le regioni italiche, attaccarono due volte Larino e la distrussero completamente” secondo alcuni storici siamo negli anni 938 e 947. Al primo attacco, grazie alle preghiere dei larinati sulla tomba di San Pardo, i prigionieri furono liberati e i nemici, presi dallo spavento, fuggirono nelle loro regioni di origine, lasciando anche tutto il bottino preso. Al secondo attacco, gli Ungari riuscirono a penetrare nella chiesa dedicata a san Pardo, ma restarono accecati.

You may also like...