Storie e leggende

Storia e mistero nel convento di Santa Chiara

La chiesa di Santa Chiara, in Agnone, è ora chiusa al pubblico, ma raccoglie al suo interno la storia delle  Clarisse, le suore di clausura, presenti in paese fin dal XIII secolo. Oltre alla chiesa si conserva il convento, abbandonato dall’ordine nel 1867. Si colloca a pochi metri dal convento dei Francescani, in Corso Garibaldi, e ha subito profonde modifiche, essendo adibita a usi civili: da ospedale militare durante l’ultima guerra a edificio scolastico dal 1947 in poi.

Si può dire che io sia cresciuta all’interno di questi edifici, perché mio padre, con l’Archeoclub locale, aveva realizzato un piccolo museo in cui erano raccolti reperti trovati durante le sue escursioni in suolo molisano. Quando ero bambina circolavano varie voci riguardanti le suore di Clausura, passando dall’incontro con i monaci francescani nei sotterranei, fino ai fantasmi che girerebbero ancora sconsolati all’interno della chiesa e del convento.

Non ho girato molto nei luoghi “proibiti” perché pericolosi e pericolanti, ma mio padre afferma di non aver mai visto nulla di “strano” in tanti anni di frequentazione sia della Chiesa sia del convento.

Flora Delli Quadri ha raccontato in un bellissimo articolo sul sito Altosannio.it del suo “incontro” con una monaca. La monaca non era ovviamente in vita ma no, non era nemmeno un fantasma. Con la curiosità propria di tutti i ragazzini e accompagnata da una buona dose di coraggio, la Flora ragazzina, affascinata dalle dicerie di cui vi ho parlato e con la voglia di rivedere l’aula dove insegnava il suo papà, pensò di andare alla ricerca di questo “segreto” e lo trovò! In uno squarcio del pavimento di un’aula trovò il corpo di una suora perfettamente conservato. Ne rimase così affascinata dal tornare a salutarla appena poteva, finché non venne scoperta.

Aggiungo che la Monaca venne scoperta da alcuni soldati polacchi e messa in esposizione al periodo della seconda guerra mondiale. Forse poi venne di nuovo trasferita nel luogo dove la giovane Flora l’ha poi ritrovata.

Oltre a questi racconti suggestivi, la Chiesa di Santa Chiara rappresenta un piccolo gioiello che purtroppo, come dicevo, al momento resta inaccessibile. Si conserva perfettamente la grata dove le monache prendevano la comunione adornata di lunghi chiodi appuntiti che servivano a tenere lontani i curiosi. Al suo interno, come un tesoro sepolto, sono presenti opere lignee di gran pregio. Sopra l’ingresso spicca la “gelosia” dietro la quale le suore assistevano alle celebrazioni liturgiche. Intagliata e dorata, è attribuita a Nicodemo De Simone, famoso maestro ebanista di Agnone.

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