Storie e leggende

La ‘ndocciata, dal Sol Invictus alle streghe

Le origini della ‘ndocciata di Agnone vanno ricercate nei tempi più remoti. La ‘ndocciata è il rito del fuoco appartenente alla tradizione natalizia di Agnone. Le sue radici affondano nel paganesimo, e vengono poi inglobate nel concetto più cristiano di Sole di Giustizia.

Abbandonato il concetto di Sol Invictus approdiamo a quello di buon auspicio legato al propizio vento del nord, fino a giungere alle streghe, nel Medioevo. Leggenda narra che le streghe prima di entrare nelle case dovevano contare gli aghi dell’abete, legno con cui vengono appunto realizzate le ‘ndocce. Importante è anche il significato spirituale assunto da questo albero sacro ai celti, un significato legato al concetto di rinnovamento.

Altri riferimenti riguardano il Solstizio d’inverno e i riti della rinascita della luce che trionfa sulle tenebre.

Nell’epoca dei sanniti, le ‘ndocce, che altro non sono che gigantesche torce, erano utilizzate dai nostri antenati duranti gli spostamenti dagli avamposti militari  oppure foriere di messaggi in codice.

Erano anche utilizzate per illuminare i sentieri ai contadini che si recavano ad Agnone per assistere alla natività. Una particolarità riguarda la lunghezza di questa torce variabile a seconda della distanza che divideva la borgata di appartenenza dal centro della cittadina.

Alla tradizione contadina si collegano i riti agresti e propiziatori e il fuoco inteso come rigenerazione.

Non manca nella tradizione l’aspetto più romantico, per cui la ‘ndoccia era utilizzata dagli innamorati per corteggiare la dama del cuore. L’usanza vuole che che gareggiasse per realizzare la fiaccola più bella che veniva poi lasciata sotto casa dell’amata. Se lei si affacciava il sogno d’amore era coronato, altrimenti il sogno svaniva in una secchiata d’acqua.

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