Storie e leggende

La leggenda di Paolaccio

Paolaccio era un vagabondo, senza tetto, solo e malvagio. Tutti lo evitavano perché il suo solo sguardo trasmetteva cattiveria. Una notte, mentre dormiva in un campo, venne risvegliato da una voce che lo chiamava. Lo sventurato rispose al diavolo in persona che gli chiedeva la sua anima in cambio di ricchezza.

Paolaccio non aspettava altro di meglio dalla vita e accettò di buon grado, poiché a suo avviso non aveva molto bisogno della sua anima ma le ricchezze, quelle sì che erano importanti.

Dopo aver firmato con una X il patto col diavolo, Paolaccio non solo era uno sfaticato, ma era anche analfabeta e ignorante, domandò come poteva ottenere quelle ricchezze promesse. Il diavolo gli disse che avrebbe dovuto pescare dei pesci bianchi e rosei con una rete. L’uomo che era uno svogliato di natura non fu molto contento della cosa ma si lasciò convincere facilmente: i pesci potevano essere pescati solo dai protetti del demonio e non erano pesci qualsiasi, infatti contenevano i tesori più preziosi delle barche affondate.


Paolaccio non se lo fece ripetere due volte e da sfaticato qual era passò immediatamente a essere l’uomo più attivo di tutti, non lasciò passare la notte che si recò di buona lena a pescare la sua fortuna. Quello che avrebbe dovuto fare durante l’atto della pesca era solamente dire una frase: ” Fortuna vieni su: te l’ordino nel nome del grande Belzebù “.

I pesci erano molto pesanti e rivelarono davvero un grande tesoro. Paolaccio cambiò vita, comprò un palazzo e ottenne tutto quello che non aveva mai avuto prima in vita sua. Lusso, amici e ricchezze.

Le ricchezze lo convinsero di essere diventato un uomo migliore perché era solito offrire doni a chi lo elogiava. Ma la ricchezza fisica non corrisponde a quella morale.

Durante una delle sue feste, che era solito organizzare nel suo palazzo, apparve un uomo dall’aspetto trasandato. Paolaccio, riconosciuto quell’essere si avvicinò e lo scacciò. Ma Belzebù era arrivato per ricordargli il proprio patto. Un patto che scadeva proprio quel giorno.

Le ricchezze furono di breve durata, così come la vita di Paolaccio, che dovette cedere quanto dovuto. Il palazzo tremò, si udì un forte boato e Paolaccio morì.

Si dice che questi pesci esistano davvero eppure nessuno ha il coraggio di avvicinarli perché sono considerati creature del demonio.

Fonte: http://www.ilcomuneinforma.it/viaggi/7497/leggende-del-molise-2/#La_leggenda_di_Paolaccio

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