Storie e leggende

La Tabula Osca, tra enigmi e Dei

La Tabula Osca, o Tabula Agnonensis risale al secondo secolo avanti Cristo, rinvenuta nel 1848 presso fonte del Romito, sito tra Agnone e Capracotta, è una tavoletta di bronzo con spessore di circa 4 mm, 165 mm circa di base, altezza di 279.5 mm e 2332 gr. di peso, oggi conservata presso il British Museum di Londra, 3° piano (galleria G69). Si tratta di uno dei più importanti reperti dell’etnia italica; testimonianza della lingua osca e della religione dei Sanniti di cui svela una gran parte del Pantheon agreste, elenca, infatti, 15 divinità del popolo sannita.

La storia racconta che Pietro Tisone, contadino addetto all’aratura del podere di Giangregorio Falconi, rinvenne nel 1848 la tavoletta bronzea. La tavoletta venne affidata all’orafo e studiata da Francesco Saverio e Domenico Cremonese che ne diedero notizia nel “Bullettino dell’Instituto di Corrispondenza Archeologica” di Roma. Dopo diversi anni la Tavola Osca finì in possesso dell’antiquario romano Alessandro Castellani che la vendette nel 1873 al British Museum di Londra.

Nella prima parte del testo troviamo una descrizione di recinto sacro dedicato a Cerere, dea della terra e della fertilità, e protettrice dei raccolti.

Le divinità menzionate nella tavola si collegano tutte all’agricoltura e al raccolto come possiamo vedere dalla presenza del termine Kerríiaís ‘cereale’ che compare accanto al nome di diversi dei. Kerres come Cerere o dea greca Demetra; Vezkeí, Vetusco o Veiove; Evklúí Patereí, ossia Euclo padre (Ade); Futreí Kerríiaí, Persefone figlia di Cerere; Anter Stataí, Stata Mater; Ammaí Kerríiaí, Maia, dea italica della primavera; Diumpaís Kerríiaís, ninfe delle sorgenti; Liganakdíkei Entraí, divinità della vegetazione e dei frutti; Anafríss Kerríiuís, entità delle piogge; Maatúís Kerríiúís, dea italica dispensatrice di rugiada per i raccolti; Diúveí Verehasiúí,  Giove Virgator; Diúveí Regatureí, Giove Pluvio; Hereklúí Kerríiuí, Ercole; Patanaí Piístíaí, dea della vinificazione; Deívaí Genetaí, Mana Geneta; Pernaí Kerríiaí, Pales, dea dei pastori; Fluusaí, Flora protettrice dei germogli.

La divinità Kerres era molto importante e ciò è dimostrato dall’area sacra a essa dedicata, fulcro dei rituali religiosi, aveva il compito assieme agli altri dei di aiutare Cerere a favorire la fertilità della terra e l’abbondanza dei raccolti.

Húrtín kerríiín, “orto sacro di Cerere” indica il luogo sacro, e secondo la tradizione locale, nell’800 la località Fonte del Romito, era chiamata appunto “orto” e simboleggia tutte le terre coltivate.

Durante l’anno, a scadenze prefissate, avevano luogo, cerimonie religiose in onore delle 15 divinità. Ogni due anni, inoltre, avveniva una cerimonia speciale presso l’altare del fuoco. Infine, in occasione dei Floralia, una festività primaverile di carattere agreste, si celebravano sacrifici in onore di quattro divinità. Sul retro è precisato che al recinto sacro appartengono gli altari dedicati alle divinità venerate​. Aggiunge, inoltre, che solo quanti pagano le decime sono ammessi al santuario, segue un elenco delle proprietà del santuario, delle persone che possono frequentarlo e di quelle che lo amministrano.

Paolo Nuvoli e Bruno Paglione nel volume Gli enigma. La Tavola Osca e Pietrabbondante, però, identificherebbero come luogo di pertinenza della tavola, a sorpresa, Pietrabbondante, già sede di un grande centro religioso e politico dei Sanniti. Questo sia per l’assenza di ruderi o resti di alcun santuario.

Il Professor Adriano La Regina, invece è convinto che Fonte Romito sia la sede giusta, poiché gli scavi intrapresi negli anni ’70 non sono mai stati completati e andrebbero ripresiInfatti erano emerse strutture apparentemente pertinenti al santuario di Cerere. La prova è visibile nel marchio “Ker” stampato sulle tegole degli edifici, per cui si tratterebbe di materiale di copertura di un santuario pubblico.

Fonte: http://www.famedisud.it/la-tavola-degli-dei-dal-molise-al-british-museum-il-mistero-della-tabula-osca/

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