Storie e leggende

L’amore delle tre melagrane

Dopo mesi di dubbi, perché questo racconto non è propriamente molisano ma abruzzese, mi sono messa a fare delle ricerche. Il Racconto L’amore delle tre melagrane fa parte delle Fiabe Italiane, una raccolta di Italo Calvino uscita nel 1956. Il titolo completo ne chiarisce la natura: Fiabe italiane raccolte dalla tradizione popolare durante gli ultimi cento anni e trascritte in lingua dai vari dialetti da Italo Calvino.

Nel libro sono riportate altre due fiabe che potete leggere sul blog: La Borea e il FavonioII sorcio di palazzo e il sorcio d’orto.

Ora, ho fatto due calcoli e il risultato è che Abruzzo e Molise si sono separati nel 1963 la raccolta è del 1956, quindi è probabile che l’attribuzione del racconto: L’amore delle tre melagrane, al Molise, sia dovuta a questo concetto geografico preesistente. Ovviamente ci sono molte varianti della storia, ho scelto di riportare una via di mezzo e ridotta.


Per questo motivo, ho scelto di riportare la fiaba che è molto bella e contiene anche riferimenti a prodotti tipici nostrani: si fa riferimento, infatti, alla ricotta e, indirettamente, a una delle attività caratteristiche del Molise: la lavorazione del latte.

Un coraggioso principe, durante il pranzo, si ferì un dito con un coltello. Qualche goccia di sangue cadde sulla ricotta che stava mangiando e il principe disse alla madre: che avrebbe voluto una sposa bianca come il latte e rossa come il sangue. Ma la madre, non sapeva dove trovare una ragazza così gli disse di andarla a cercare.

Il principe non se lo fece ripetere due volte e partì alla ricerca della sua sposa. Lungo il cammino, incontrò un vecchietto con la barba bianca come la neve e una camicia rossa come il fuoco. A lui chiese aiuto per cercare la fanciulla dei suoi sogni. Il vecchio risposte che lo avrebbe aiutato e gli diede tre melagrane dicendogli che quando sarebbe giunto vicino a una fonte d’acqua avrebbe dovuto aprirla e guardare che cosa sarebbe successo.
Il principe fece come gli aveva detto il vecchietto. Arrivato accanto a una sorgente, aprì la melagrana, da cui uscì una ragazza assetata! Questo si ripeté per tre volte, ma solo l’ultima ragazza si riuscì a salvare.
Visto che indossava un povero vestito fatto solamente di foglie di melograno, il principe le disse di salire sull’albero di ciliegie che faceva ombra alla sorgente e di aspettare il suo ritorno: le avrebbe portato degli splendidi vestiti con cui presentarsi davanti al re e alla regina.
Mentre il principe correva al castello, passò da quelle parti la strega Saracina, che trasformò di nuovo la ragazza in melagrana e prese il suo posto.
Quando il principe tornò, rimase sbalordito dal cambiamento della ragazza che era molto scura rispetto a prima. La Saracina disse che era diventata così a causa del vento e del.
Il principe, però decise di mantenere la parola data e la condusse a corte per sposarla. Nel frattempo, una vecchietta coi capelli bianchi come il latte e una gonna rossa come il sole al tramonto raccolse la melagrana, meravigliandosi che fosse su un albero di ciliegie, e la posò su una finestra della sua povera casetta.
Ogni mattina dal frutto usciva di nascosto la fanciulla, che si dava subito da fare per tenere in ordine la casa della donna, senza che questa se ne accorgesse.
Una mattina la vecchietta sorprese la ragazza mentre girava per le stanze e le chiese chi fosse e cosa stesse facendo lì.
La ragazza le raccontò la sua storia e la vecchietta decise di portare la melagrana al castello. Lì, il principe riconobbe subito la ragazza.
Il re, furibondo per l’inganno, dichiarò nulle le nozze tra il figlio e la strega Saracina cacciandola dal regno.
Fu così che il principe riuscì finalmente a sposare la fanciulla bianca come la ricotta e rossa come il sangue che aveva cercato e aspettato tanto a lungo.

 

 

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