Storie e leggende

Annibale e il suo ponte in Molise

Durante le mie ricerche mi sono imbattuta in un articolo su Annibale e il “Ponte di Annibale”, ho riportato per intero l’articolo, perché contiene citazioni molto belle e interessanti che male si prestavano a una rielaborazione.

“In una stringente, accattivante e provocante attualità, il “Ponte di Annibale” affiora ancora sulle rimasuglie acque del Lago a Guardialfiera. Ed è un vagheggiare di curiosi, studiosi, osservatori; un bersagliare di flash. Persino un azzardare di avventurieri gioiosi i quali, in un pomeriggio di festa, sognano di filmare l’impensabile della storia dal manufatto rossastro che tuttora alita trasalimenti. Essi, si spingono al largo su una barchetta  a remi. Si rovescia, e i naviganti se la scampano aggrappandosi proprio alla pozzolana ultramillenaria del rudere e, finalmente, tratti a riva, dal soccorso acquatico dei VV.FF. Storiella leggera che il Ponte saprà narrare agli audaci del futuro, frammezzandola di macrostoria, ovattata di mistero.

Ma tempo scaduto, ormai, per la fugace ed impensabile apparizione di “Annibale” sul Lago. Già copiose precipitazioni hanno gonfiato il fiume e le previsioni meteo, a medio ed a lungo termine, non son troppo carine. Sicché il Lago, recuperando il tanto sospirato vigore, tornerà presto ad inghiottire il Ponte, insieme alle nostre eccitazioni.

Bello tuttavia è ripassarci a memoria il tremito della sua storia o della sua leggenda. È bello e naturale anche il comprensibile orgoglio dei guardiesi derivante dall’immaginario uso del Ponte fruito da Annibale Barca,condottiero e politico cartaginese, allorché con le sue guarnigioni si muoveva su questo circondario.”

Nel testo Tra memoria e speranza“, mons. Giulio Di Rocco scrive: sicuramente l’area di Guardialfiera non rimase estranea alla seconda Guerra Punica, allorché i cartaginesi stanziarono a Gerione ed i romani dislocarono sentinelle su alture circostanti”.  Gennaro Piedimonte nel 1904 in “Spigolature molisane” scrive di “una grande torre, sita sul Monte S. Martino, ad occidente dell’abitato di Guardialfiera, luogo detto oggi Serra Guardiola (669 m. s/lm).

Nel 4° volume della sua opera monumentale (1914), il Masciotta ipotizza il Ponte, denominato anche di S. Antonio, “di epoca sicuramente romana, come il suo magistero murario autorizza ad immaginare”. Nel 1° volume G. B. Masciotta si esprime inoltre così:nell’agro di Guardialfiera tra i confini di Casacalenda e Larino, campeggia un bel ponte e tre archi: altissimo. Ed a gran corda il medio. Bassi invece e stretti quelli laterali.  Vuolsi costruito da Alfonso 1° d’Aragona, verso la metà del secolo XV. Manchevole però d’ogni stile aragonese, esso è per noi, dunque, di molto anteriore. Per qualche secolo il ponte rimase fuori dell’alveo fluviale; ora vi è tornato, perché il padre Biferno scherza sovente in queste località”.

Il latino Tito Livio ma pure Polibio, il greco, descrivono i movimenti di Annibale e lo stazionamento di nove mesi a Gerione tra l’estate 217 e la primavera 216 a.C., prima cioè di spostarsi verso Canne laddove avrebbe rifilato ai romani, il 2 agosto 216, una delle loro più pesanti sconfitte.       

Anche Appiano d’Alessanria, storico e filosofo, confermando il racconto di Polibio e Tito Livio, scopre sulla collina “Kalena”, l’accampamento strategico dei romani. 

Ruggiero Laurelli, intellettuale molisano, al Convegno su “Canne” tenuto a Barletta il 6 giugno 1986, identifica la collina di Kalena, con l’attuale “Monte Cece” dalle cui pendici si controlla, da un lato Gerione e, dall’altro – a piombo sul Biferno – si ammira “il Ponte”.   

A questo punto i nostri arguti nonni non si sarebbero sfacchinati troppo ad intuire che – per valicare un fiume – sarebbe stato intelligente utilizzare il ponte. Ed è cosi che ha fatto – secondo loro –  Annibale dovendo passare all’altra sponde. E così che, incoscientemente, ha eternato quel Ponte nel suo nome. E’ così che, fra le tante ipotesi sul toponimo della città, una potrebbe essere proprio quella d’essersi saputa ben “guardare”, con i suoi “Alfieri”,  dal presidio di Annibale.

Le supposizioni e le leggende, però, stanno lasciando posto alla realtà: Annibale avrebbe davvero attraversato il territorio molisano, facendo sosta al Castello di Gerione a Casacalenda. Nell’area del Castello di Gerione è stata ritrovata una stele dedicata a Tanit, dea protettrice di Cartagine datata tra la fine del III secolo a.C. e il II secolo a.C., questo testimonia il passaggio del generale cartaginese Annibale che occupò il Castello di Gerione (219 a.C.).

Ripreso da: http://www.primonumero.it/attualita/news/1510829869_guardialfiera-tra-storia-e-leggenda-il-ponte-di-annibale-ma-ora-torna-sott-8217-acqua.html

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