Storie e leggende

La leggenda di San Rocco

Torniamo a Ripabottoni con una nuova leggenda riguardante San Rocco. Il santo, vestito di stracci sporchi fece la sua comparsa in paese, dove fu oggetto di scherno da parte degli abitanti, specialmente di alcune donne pettegole e di facili costumi.

Un giorno il pellegrino, preso di mira dalle tre donne, fece cadere sul ciottolato un oggetto che portava nella sua bisaccia e disse loro che presto si sarebbero pentite di come lo avevano trattato.

Le donne iniziarono a preoccuparsi ma per loro carattere erano dubbiose e troppo orgogliose per ammetterlo. Una di loro addirittura sentenziò che si sarebbe appesa al campanile di Santa Maria come un salame se quelle parole, dette dall’uomo si fossero avverate. Le altre invece si sentirono scrutate dentro da quegli occhi profondi e iniziarono a vergognarsi per la propria condotta.

Pochi giorni dopo le donne morirono, non si sanno bene i fatti, forse per una coincidenza ma non furono le sole a morire. La mote portò con sé molti abitanti del luogo di ogni età. Dopo settimane di malattia la morte si portava via tutti. Medici, preti, scavatori di fosse e la congrega della morte lavoravano senza sosta e nel paese iniziò a regnare il caos.

I ricchi invece, per allontanare la pestilenza si convinsero, inutilmente, che questa potesse essere allontanata con alcuni piaceri della vita, tra cui la carne e il vino. Iniziarono così a macellare agnelli e tagliar legna ma la morte bussò anche alle loro porte.

I guariti diventarono ufficiali della sanità e nel loro girare continuavano a trovare cadaveri disseminati nel paese e poco fuori, cadaveri di coloro che pensavano che la fuga potesse salvargli la vita. Per alleggerire la pressione causata dalla malattia, iniziarono a spostare i malati presso il romitorio di San Michele a qualche kilometro dal paese e iniziarono a bruciare tutto ciò che era venuto in contatto con essi.

Ma l’Angelo della Morte non aveva ancora finito il suo lavoro e un giorno non lasciò spazio al sorgere del sole, lo oscurò e si appostò nei pressi del Lazzaretto. I malati sembravano fantasmi che guardavano il vuoto con occhi spenti, attendendo di raggiungere chi li aveva preceduti nella morte.

Urla disperate si levarono in cielo ma con esse anche le preghiere rivolte a San Michele:

Angelo Santo!
O nostro gran protettore!
Gran capitano delle armate celesti
Io a te ti voglio accanto
In quest’ora terribile.
Lucifero non deve vincere.

Fu così che un raggio luminoso iniziò a sollevarsi verso il cielo, illuminando l’oscurità prodotta dall’Angelo della Morte, oltre alla luce si accesero delle fiamme, che andavano a rappresentare lo scontro tra le forze del male capeggiate da Lucifero e quelle del bene con San Michele. I due eserciti si fronteggiarono, suoni tromba rompevano il silenzio. Lucifero avvolto in una scintillante armatura sedeva in cocchio, sfidando San Michele, mentre il popolo atterrito dalla scena chiudeva gli occhi.

Mentre Lucifero accusava il Santo di essere uno schiavo di Dio, egli ribatteva che in realtà lo schiavo era proprio lui, Lucifero, schiavo di se stesso e degli stolti. La battaglia infuriò, Sam Michele colpì Lucifero che vacillò e cadde, le armi si incrociarono e Lucifero su battuto e costretto alla fuga.

Nel frattempo il pellegrino aveva fatto visita all’ammalato che aveva innalzato al cielo la sua preghiera e gli chiese cosa stesse facendo. L’ammalato rispose che si preparava al suo destino: la morte. Ma il pellegrino, passatogli una mano sul capo gli disse che la sua ora non era ancora giunta. Anche gli altri malati però vollero essere guariti e come in un miracolo il pellegrinò si moltiplicò e curò tutti, invitandoli a non peccare più, poi sparì nella luce.

Il prete invitò tutti i guariti a far ritorno al paese e mentre tutti tornavano in paese iniziò a piovere, una pioggia benefica che spazzò ogni segno della malattia. Il 15 di agosto si tenne la processione vera e propria verso la cappella di San Michele, tutto il popolo vestito in abiti poveri la testa velata da un cappuccio, seguiva il portatore della croce e partecipavano anche i miracolati, col capo cosparso di cenere e scalzi, come segno di penitenza. Dopo aver passato la notte in preghiera, il giorno successivo le statue di San Michele e San Rocco vennero riportate indietro in chiesa.

Da quel momento iniziò una vera e propria devozione nei confronti dei due Santi che avevano allontanato la malattia dal loro paese.

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