Storie e leggende

Lupo ululà, castello ululì

Per non farci mancare nulla in Molise abbiamo anche numerose credenze e leggende legate all’esistenza del lupo mannaro o licantropo.

In Molise però Lupo mannaro si nasce, non si diventa. La tradizione ci riporta un collegamento tra licantropo e nascita durante la notte di Natale, quindi una vera e propria sfortuna.

Il legame tra il Natale e il Lupo mannaro potrebbe essere ricercato nel concetto di “magia” che si ricollega a quella che dovrebbe essere una notte Santa, quindi un concetto di soprannaturale.

Gennaro De Francesco ne descrive l’aspetto: lupo o cane arrabbiato dalla coda spelacchiata o ancora trasformato dalla cintola in su, con testa di maiale e orecchie pelose. Aggiunge, inoltre, che si mostrava solo nella notte di Natale, quando avveniva la trasformazione, girava urlando nei paesi, rotolandosi nel fango e saltando fossi con agilità.

Non ci sono testimonianze dirette e chiaramente legate alla Luna Piena, si parla però di come difendersi dai suoi attacchi.

Enrico Melillo, nel suo volumetto “Otello rusticano” (1887), ci racconta che è nemico della luce, quindi una via di salvezza sarebbe quella di abbracciare un lampione acceso. Si può calmare anche pungendolo con uno strumento realizzato in ferro, così ci dice anche Eduardo Saverio Di Iorio (1980). Per la guarigione definitiva ci narra che una volta rientrato in casa l’uscio deve essere aperto dalla moglie dopo aver bussato tre volte. Altrimenti verserà nella sua condizione a meno che, la moglie -non riesca a gettargli avanti un panno di lana rossa.

Altre credenze riportano come sia l’acqua l’elemento salvifico, Di Iorio narra di come un marito suggerì alla moglie di lasciare dietro una porta un secchio d’acqua, così che poi lui potesse lavarsi e purificarsi. Ancora in relazione all’acqua abbiamo De Francesco che ci racconta di un certo Minchillo che raggiunto presso una fontana da una sua conoscente, le disse di esser stata molto fortunata a giungere nel momento successivo alla sua purificazione con l’acqua.

Citiamo anche un racconto per rendere ancora più fantastico questo articolo.

Un giovane contadino che aveva avuto la sfortuna di nascere la notte di Natale, era sempre riuscito a tenere segreto la sua malattia. All’imbrunire di un giorno di marzo, mentre si trovava con la moglie a lavorare in campagna  l’uomo sentì che stava per trasformarsi. Quindi fingendo di esser stanco e avere sete disse alla moglie che si sarebbe recato al ruscello per dissetarsi e la avvisò di stare attenta alle bestie feroci che avrebbero potuto aggredirla, specificando che qualora si fosse trattato di un lupo poteva difendersi gettandogli addosso il suo scialle.

Non appena si fu allontanato iniziò a mutare; le membra ed il volto si trasformarono in quelle d’un cane selvatico; si strappò  gli abiti di dosso, rivelando una folta peluria.
Iniziò a correre nei campi, urlando e sbavando. La moglie sentendo le urla, si rifugiò su un albero e gettò sul lupo il suo scialle. Il lupo lo azzannò e lo ridusse in pezzi,infine sparì nel bosco. Tornato alla normalità il contadino tornò dalla moglie che visti i pezzi dello scialle tra i suoi denti capì d’aver sposato un lupo-mannaro e morì di spavento.

Testimonianze

1853, Celestino Mucci per le credenze legate a Sepino riporta “Chi nasce nella notte di S. Natale è stimato lupo mannaro”.

1885 Gennaro de Francesco, su un articolo scritto per La nuova Provincia di Molise: “la notte di Natale si fa, com’è usanza, gran festa….Però il Campochiaro….la donna e l’uomo….che stanno sul punto di vedersi riprodotti…..temono…..che Domineddio non mandi loro proprio in quella notte un figlio, perché gli toccherebbe, secondo la ferma credenza del popolo, la sorte trista e irrevocabile di Lupo mannaro.”

1911, Oreste Conti dice: “Guai allo sventurato che venisse al mondo in questa notte! Sarà lupo-mannaro.”

1979 Colabella: “Chi nasce la notte di Natale, a mezzanotte precisa, diventa lupo mannaro”

1980 Nicotera in un detto di Vinchiaturo: “Chi nasce la notte de Natale; s’è nasce mascure (maschio) Lupe menare, s’è femmena è streia (strega)”.

Fonte: http://www.forchecaudine.com/forchecaudine/lupo.html

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