Storie e leggende

La leggenda del novantottesimo film di Totò

Non è un errore, non avete sbagliato sito, siamo sempre noi della Terra in mezzo. Perché questo articolo? Perché il web non smette mai di stupire e fornirmi talmente tanto materiale che penso che il sito avrà vita più lunga di quel che pensassi.

Bene, cos’è questa storia del film di Totò? Cito in breve la fonte: «Il ritrovamento di alcuni spezzoni di un film inedito di Marco Ferreri del 1963 mostra come ben prima di Pasolini un regista avesse pensato di far interpretare al grande Totò un ruolo di una figura carismatica, religiosa e surreale, in questo caso Celestino V. Il Papa buono – così doveva intitolarsi questa opera i cui brandelli di dialoghi, ad oggi, ascoltiamo e analizziamo con il regista Giuseppe Sansonna e il direttore e conservatore della Cineteca Nazionale, Emiliano Morreale – non vide però mai la luce, a quanto pare per problemi di censura.»


Andiamo avanti, si dice in radio che il film sia stato ritrovato proprio… in Molise. Ma non basta, perché si aggiunge e sottolinea che il film sia stato anche girato dalle parti di Ferrazzano. Abbiamo anche una locandina che funge da testimone.

Gli esterni sarebbero quindi girati in Molise, nell’Abbazia di Ferrazzano, che sappiamo non esistere. Nella grafica della locandina troviamo la menzione di Aldo FabriziLisa Gastoni e Enzo Cannavale quali altri protagonisti, accanto a Totò, e c’è una ipotetica foto di scena, ove il pontefice impersonato da Totò presenta una mitria episcopale invece della tiara papale, mentre sullo sfondo s’intravede il Castello Carafa di Ferrazzano.

Passando oltre si cerca di indagare circa la sorte toccata a questo film, ma Emiliano Morreale non è più in carica alla Cineteca Nazionale, e non è stato designato un successore. Si giunge persino a chiedere soccorso a qualche amicizia all’interno del Centro Sperimentale di Cinematografia, e si ricerca una documentazione di prima mano, come ad esempio una sceneggiatura o qualche annotazione del regista. Si viene quindi a sapere che l’archivio personale di Ferreri è stato donato dalla moglie al Museo Nazionale del Cinema di Torino.
L’esito della ricerca però è questo: «Non c’è niente del genere, né archiviato, né in lavorazione. Né sarebbe stato possibile che ci fosse: la notizia del ritrovamento era una bufala, o se vogliamo un magistrale pesce d’aprile!».

Però possiamo consolarci con il fatto che esiste davvero un legame tra Ferrazzano e la famiglia De Curtis. Infatti la casata napoletana è stata proprietaria del maniero cittadino nei primi decenni del XVII secolo e Totò, negli Sessanta, tentò di rientrare in possesso dello stemma in pietra della sua famiglia esposto nella piazza d’armi del maniero e, nel 1998, Ferrazzano assegnò la cittadinanza onoraria alla figlia Liliana.

Fonte qui: http://www.radio24.ilsole24ore.com/programma/melog/trasmissione-giugno-2015-130332-gSLAa13uGB?refresh_ce=1

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