Storie e leggende

La leggenda di San Michele Arcangelo

A Villacanale, frazione di Agnone, la chiesa di San Michele Arcangelo porta con sé una leggenda. Si narra all’interno di una piccola chiesa posta sul Colle Sant’Angelo, nei pressi del bivio che da Agnone porta a Villacanale e Belmonte del Sannio, era conservata una  statua raffigurante il Santo.


Come visto in altre leggende locali, però, la statua era solita apparire nel luogo in cui ora si colloca l’attuale chiesa dedicata all’Arcangelo. Gli abitanti di Villacanale erano così costretti a riportarla ogni volta nella chiesa campestre. Questo perché il Santo desiderava la realizzazione di una chiesa fra due valloni.

La statua continuò con la sua abitudine a lungo, fin quando gli abitanti decisero di erigere una cappella nel luogo dove la statua veniva ritrovata, in più San Michele venne nominato protettore della frazione.

Una particolarità da sottolineare è senza dubbio la presenza, all’interno della chiesa, di una frase scritta in latino: “Terribilis Locus Iste“.

Fonte Wikipedia: L’apparente stranezza della presenza, all’ingresso di un luogo di culto, di una frase che sembra suonare come un ammonimento (questo luogo è terribile), ha prodotto molte ipotesi ed elucubrazioni circa possibili significati arcani ed esoterici.

Il termine latino “terribilis”, erroneamente tradotto nell’italiano “terribile”, ha anche il significato di “cosa che incute rispetto”. Pertanto, si può benissimo tradurre la frase nella seguente maniera: “Questo luogo incute rispetto” o “timore reverenziale”. Rimane comunque più chiaro il significato se si prende in considerazione per intero il versetto biblico da cui la frase è tratta. Infatti nel testo originale la frase prosegue dicendo: “Questa è la casa di Dio e la porta del Cielo” (altre parole spesso presenti sugli ingressi delle chiese) e ricorda la visione di Giacobbe della scala che saliva al Cielo. Quindi non solo la frase viene scritta sugli ingressi degli edifici religiosi per incutere timore, ma anche e soprattutto per indicare, rimandando alla visione di Giacobbe, che da qui inizia la “scala” (o il “cammino”) che conduce al Cielo.

 

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