Storie e leggende

Il piccolo Natale

Un tempo, anche se oggi si stenta a crederlo, Agnone era la più importante città industriale del Molise con un’ampia presenza di ramai, orafi, armaioli, argentieri. I ramai, che erano i più numerosi fruttarono il nomignolo di “Callaràre d’Agnone” ovvero calderari di Agnone.

Molto attivo era il commercio coi paesi del regno di Napoli e dello stato Pontificio, dove si recavano periodicamente, restando così lontani dalla città, dagli affetti familiari e dalle tradizioni. In particolare durante il periodo più atteso e vissuto con maggior trasporto, ossia quello natalizio.

Nel mese di novembre gli artigiani erano soliti lasciare Agnone per recarsi a rifornire i paesi circostanti per fare poi ritorno qualche giorno prima del Natale.


Fu proprio per questo motivo e per la nostalgia dei riti e dei canti liturgici, che in molti si recarono dal parroco di S. Pietro per proporgli di anticipare al 21 novembre, festa della Madonna delle Grazie, la tradizionale “pastorale”natalizia. Durante la messa veniva suonata e cantata una suggestiva canzone composta da un musicista locale dell’ottocento, Luigi Gamberale.

Il parroco, dopo aver ottenuto l’accordo del vescovo regalò ai ramai agnonesi il loro Natale anticipato, anticipando il periodo natalizio.

Fu così che nacque la tradizione: La pastorale, che prima si cantava solo con i primi vespri del del 24 dicembre iniziò a cantarsi il 21 novembre.

Si dice che però l’origine di questa tradizione possa affondare le sue radici in un periodo ancora più antico. Alcuni la collegano con l’arrivo in paese dei Veneziani, non a casa a Venezia questa festività religiosa è molto sentita.

Altre fonti sostengono, invece, un collegamento con il viaggio dei pastori lungo i tratturi quando erano soliti spostare il bestiame in luoghi più caldi.

Resta comunque una tradizione molto importante e radicata, di livello quasi pari alla famosa ‘Ndocciata.

 

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