Storie e leggende

L’uomo orso di Jelsi

Il significato dell’uomo orso per alcuni è riconducibile a un rito di rinascita, di fertilità, dopo l’inverno, altri ritengono che sia una sorta di capro espiatorio, quindi si parla di purificazione ed espiazione delle colpe commesse.

Scomparsa per alcuni decenni in corrispondenza della Seconda Guerra mondiale, questa tradizione è stata ripresa a Jelsi nel 2008, per volontà di Pierluigi Giorgio, un artista molto attento alla riscoperta di ciò che rischia di andare perduto.

Il periodo di Carnevale, periodo di transizione tra due stagioni accoglie con naturalezza questo tipo di ritualità che erano importanti nel passato, per garantire una protezione nel futuro.

Uomo orso si ricollega ad alcune tradizioni presenti in Molise di cui vi ho già parlato come ad esempio il Diavolo di Tufara e L’uomo cervo.

L’orso viene legato con una catena da un domatore e gli viene imposto di danzare sotto la minaccia di  un bastone. Combattuto dalla voglia di ribellione l’orso danza, mentre fra i vicoli del borgo si ascoltano le note di alcuni musicisti. Il gruppo prosegue bussando alle porte delle case e pronunciando alcune frasi come: “Orso a posto! Orso olè! Balla orso!” il tutto in cambio di offerte di cibo e da bere.

Oltre alla pantomima tradizionale, possiamo trovare “La Ballata dell’Uomo-Orso”. che offre l’immagine di un dio pagano piegato dalla religione cristiana o di Dioniso che “ucciso” si fa seme e frumento. L’interpretazione è piuttosto psicologica e rappresenta la paura del diverso o di quella più selvaggia dell’io che si tende a nascondere agli altri.

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